Compasso d’Oro 2025: i vincitori a Osaka
Se ami il design, avrai sicuramente sentito parlare del Compasso d’Oro, il premio che da oltre settant’anni rappresenta l’eccellenza del disegno industriale italiano. Nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti e sostenuto inizialmente da La Rinascente, oggi è promosso dall’ADI – Associazione per il Disegno Industriale.
Questo infatti non è un semplice riconoscimento: è un vero e proprio racconto del modo in cui il design migliora la vita quotidiana, combinando estetica, funzionalità, innovazione e sostenibilità. Il Compasso d’Oro non premia inoltre solo gli oggetti belli da vedere, ma quei progetti che hanno un impatto concreto sulla società. Nel tempo infatti è cresciuto fino a includere campi diversi: dall’arredo alla comunicazione, dalla ricerca tecnologica ai servizi.
Nel 2025, con l’apertura internazionale legata all’Expo di Osaka, il premio ha acquisito una dimensione ancora più globale, confermando quanto il design sia un linguaggio universale.
Compasso d'Oro e Expo Osaka
Quest’anno la cerimonia di consegna si è svolta in un palcoscenico d’eccezione: il Padiglione Italia di Expo 2025 a Osaka, il 5 settembre. L’Esposizione Universale ha come tema “Designing Future Society for Our Lives”, che si traduce nell’impegno a immaginare e costruire una società futura più sostenibile e inclusiva.
Tre le linee guida: salvare vite, potenziare vite, connettere vite.
In questo scenario quindi, il Compasso d’Oro International Award ha trovato una collocazione naturale. La giuria, composta da esperti internazionali, ha selezionato i progetti che meglio rispondono alle sfide del nostro tempo e vedere questi premi consegnati in un contesto mondiale, fa comprendere come il design non sia solo un settore creativo, ma un modo di affrontare i problemi concreti della vita quotidiana.
I progetti premiati a Osaka
Il 5 settembre sono stati annunciati i vincitori: 20 Compassi d’Oro e 35 menzioni d’onore. Tra questi, diversi progetti hanno colpito per la loro capacità di unire innovazione tecnologica, funzionalità e sensibilità estetica.
Uno degli esempi più significativi è 1,374 Days – My life with long Covid, un lavoro di visualizzazione dei dati firmato da Pentagram e Decimal Studio con Giorgia Lupi. Guardandolo, ti rendi conto di come il design possa raccontare l’esperienza della malattia cronica non solo attraverso numeri, ma anche emozioni, creando un linguaggio visivo che rende accessibile e comprensibile ciò che di solito resta invisibile.
Un altro progetto premiato è A+E Technology di Caimi Brevetti, che porta il design negli spazi in cui vivi e lavori con un tessuto capace di ridurre l’impatto dei campi elettromagnetici. È un esempio concreto di come un’innovazione apparentemente tecnica, possa trasformarsi in un alleato per il benessere quotidiano.
Non poteva mancare l’illuminazione, da sempre uno dei campi privilegiati del design italiano. Con Agorà, iGuzzini e Wilmotte & Industries hanno proposto un sistema di luci capace di adattarsi alle diverse esigenze, dimostrando che anche la luce può diventare uno strumento flessibile e creativo, capace di trasformare spazi pubblici e privati.
Dall’arte vetraria veneziana arriva Anisette di Vetreria Vistosi, disegnata da Francesco Lucchese. Qui il design incontra la tradizione artigianale: campane di vetro soffiato, con diversi gradi di trasparenza, danno vita a giochi di luce che raccontano la bellezza senza tempo del vetro muranese.
Ma non solo, perché c’è anche il mondo della cucina con Ariachef Pro, ideato da Fabrizio Crisà per Ariafina, che porta l’innovazione tecnologica negli ambienti domestici e professionali, rendendo più efficiente e funzionale la preparazione dei cibi.
Proseguendo troviamo, Avro di Martinelli Luce e Studio Natural, che dimostra come una lampada possa diventare un oggetto versatile e ibrido, perfetto sia per interni che per esterni. Un design pensato per adattarsi ai cambiamenti degli stili di vita contemporanei, sempre più fluidi e meno vincolati agli schemi tradizionali.
Accanto a questi progetti, a Osaka hanno brillato anche altri nomi di rilievo: le ruote da competizione Bora Ultra WTO di Campagnolo, simbolo di eccellenza tecnologica e performance nel ciclismo e la seduta scultorea H.H.H. – Her Highest Highness realizzata da Kartell e disegnata da Philippe Starck, che unisce ironia e raffinatezza.
Infine Hippo Pouf di Hangzhou Gedu Furniture Design – YUUE Design Studio, un complemento d’arredo giocoso e funzionale, capace di coniugare comfort e leggerezza formale.
Compasso d’Oro: utilità e design
Leggere l’elenco dei vincitori potrebbe sembrare un esercizio per professionisti, ma in realtà il Compasso d’Oro parla anche a te. Ogni progetto premiato non è solo un oggetto, ma una risposta a esigenze concrete: vivere meglio la tua casa, lavorare in spazi più salubri, muoverti in ambienti più accoglienti, avere accesso a strumenti che comunicano in modo più chiaro e inclusivo.
Questo è il potere del design: non limitarsi all’estetica, ma tradurre la creatività in soluzioni utili. Per questo il Compasso d’Oro è tanto importante: perché ti mostra come il design possa essere parte integrante della tua vita quotidiana, anche quando non te ne rendi conto.
Uno sguardo al futuro
La cerimonia di Osaka ha confermato come il design italiano, pur rimanendo fedele alle sue radici, sia capace di dialogare con il mondo. I progetti premiati raccontano un presente che guarda al futuro, dove la bellezza si fonde con la funzione, e l’innovazione diventa uno strumento per migliorare la vita di tutti. Se ti appassioni il design, seguire il percorso del Compasso d’Oro significa osservare da vicino l’evoluzione della società e dei suoi bisogni. E dopo Osaka, non resta che aspettare le prossime edizioni per scoprire quali saranno le nuove idee che cambieranno il modo in cui vivi, lavori e sogni.
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Scritto da Alice Pruccoli
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